Archivio per dicembre 12, 2017

E poi tutto finisce

Posted in Generico on dicembre 12, 2017 by SkyintheSea

Una corsa enorme fino a sputare il sangue pisto di vomito e ricordi, una corsa animata da una musica aggressiva e balzante, doping genetico per quell’anima clericalmente attecchita alle immagini di una volta.

Ogni tanto concedo a questo spiraglio di cuore di prendere aria, di farsi un giro all’esterno, animato da un volto di Pierrot. Quella lacrima che vorrei solcasse il viso di un bambino e che invece riga di sangue il triste sorriso di un adulto. Uno spiraglio che parla una lingua tutta sua, che ormai nessuno è più capace di intendere, ma che lui tende disperatamente a ripetere nelle brughiere come fosse un pazzo farneticante, sapendo che un giorno qualcuno capirà quelle parole e le farà sue.

Continuo la corsa, in attesa del momento del traguardo, in attesa di quell’attimo che per tutta la vita ho rincorso incessantemente come se non ci fosse altro di sensato nella vita – convinto che in quel preciso istante sarei riuscito a cogliere il sorriso di quella stella che per anni ha deciso di sottrarsi a me.

Forme grammaticali articolate a nascondere un corpo nudo, un semplice corpo nudo. Come quello di tutti gli altri. Non c’era niente di più. Non c’era poesia, non c’erano versi, non c’era struttura. C’erano solo organi genitali comuni. Penzolanti oscenità prive di qualsiasi espressione. Stavo semplicemente spendendo tempo a descrivere un ammasso di parole e dolori nascosti sotto una coperta, speranzosi e alla cerca di un nuovo mondo dietro quella protezione infantile. Non c’era niente di più di quella fragile e semplice realtà. Nulla più di quello che già ci si poteva aspettare. Eppure, non avevo sentito quel suono cui ero così familiarmente abituato – pensavo così di poterla fare franca. Pensavo di averla trovata, di aver tagliato la seta delle tende, di averla finalmente quasi raggiunta – quando stava per mancarmi il fiato, quando mi ero lanciato in avanti proteso verso il suo raggiungimento, quando la tachicardia era così forte che quasi mi sembrava di scoppiare – eppure i movimenti del corpo erano sempre più frenetici e bramosi di scoprirla, di vederla, di stracciare quella seta. Movimenti ripetitivi, spasmodici, taglienti – alla ricerca di quella stella maledetta, di quella terra promessa nei suoi occhi, animanti quel gioco frenetico. La bava alla bocca di cui tutti parlavano penzolava ritmicamente, gli occhi erano iniettati di sangue con pulsazioni aritmiche dense di speranza.

Il sipario si apre.

Tagliai quel traguardo.

Stanco, giacevo sdraiato a terra con le ombre di sozzura a ricoprirmi il corpo. Guardandomi intorno, guardandomi dentro, cercavo lei, quella stella celata dietro un velo di seta dispettosa in una stanza piena di specchi. Solo per accorgermi che nulla più contava. Nulla più aveva un senso.

La stella, intravista dietro la seta. Era fuggita di nuovo, e nulla più contava.

Se non iniziare una nuova corsa.